Milan-Juve, la volontà ossessiva di prevenire ogni rischio ha prodotto la negazione del gioco del calcio

Milan-Juve, la volontà ossessiva di prevenire ogni rischio ha prodotto la negazione del gioco del calcioTUTTOmercatoWEB.com
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Oggi alle 20:55Champions Insights
di Matteo Bordiga

Prendete Milan-Juventus di stasera, fatela vedere a tutti i ragazzi di tutte le scuole calcio d’Italia e... spiegategli che quello è l’esempio perfetto di come NON deve e NON può essere giocata una partita di pallone nel 2024.

Milan-Juve? Gli highlights durerebbero dieci secondi

Per mostrare gli highlights (?) della suddetta sfida basterebbero, probabilmente, dieci o quindici secondi. Il breve volgere di un battito di ciglia e Milan-Juventus è bella che andata, col suo carico insostenibile di incompiutezza calcistica e di noia infernale. Nonostante il Milan dovesse per forza di cose tappare qualche buco difensivo e rivedere il suo baricentro fin troppo alto che, nelle ultime partite (vedi Cagliari), aveva costretto il povero Maignan a imbarcare acqua da tutte le parti… e nonostante la Juventus fosse spuntata e obbligata a schierarsi con un attacco a dir poco “creativo”, è inaccettabile che una sfida tra due superpotenze del nostro calcio si risolva in uno 0-0 completamente privo di tiri in porta, di palle-gol. Di (mezzi) brividi nelle due aree di rigore. Come è inconcepibile assistere a una tale messe di errori tecnici, anche da parte di calciatori che sanno (saprebbero) trattare il pallone in un certo modo.

Il rischio che si corre nel cercare di evitare ogni rischio

Mai una verticalizzazione illuminante, mai una giocata rischiosa e spiazzante, mai un tentativo di dribbling (“parolaccia” sempre più desueta nel calcio contemporaneo). Solo tanti passaggi in orizzontale o all’indietro, cross sbagliati, contrasti vigorosi a centrocampo e fisicità, espressa sotto forma di un atletismo impoverito dall’assoluta mancanza di inventiva e di spunti “scapigliati”.

Certamente la gara ha fornito interessanti stimoli dal punto di vista tattico, resi ancora più evidenti da come i due allenatori (soprattutto Thiago Motta) telecomandavano i loro giocatori dalla panchina. L’obiettivo era quello di coprire ogni spazio, di soffocare sul nascere il gioco dell’avversario e di ridurre possibilmente a zero gli errori dettati dalla voglia di esporsi e di correre dei rischi.

Fonseca e Motta saranno soddisfatti o delusi?

Ma la domanda, alla fine dei giochi, è: Fonseca e Motta sono soddisfatti di quanto (non) prodotto dalle loro due squadre? Magari sì, magari no. I tifosi di Milan e Juve, invece, il loro responso l’hanno già dato. Con i fischi assordanti che hanno accompagnato rossoneri e bianconeri al loro (liberatorio) rientro negli spogliatoi.