Una Dea struccata a Cagliari ringrazia Carnesecchi e... il VAR. E sono dieci vittorie consecutive in campionato
Questa volta alla Dea è andata di lusso.
L’Atalanta a Cagliari – anche comprensibilmente – ha giocato una delle sue partite meno brillanti della stagione. Sicuramente la meno brillante delle ultime dieci, coronate da altrettante vittorie per una striscia virtuosa che non ha eguali nella storia del club bergamasco.
Primo tempo a vivacissime tinte rossoblù
Vanno riconosciuti i dovuti meriti dell’undici di Nicola, schieratosi con un 3-5-2 che mirava a proteggere le corsie laterali, da sempre terreno di conquista per gli uomini di Gasperini. Spesso e volentieri i sardi hanno aggredito i portatori di palla nerazzurri, salendo con le punte e con i centrocampisti a pressare i primi portatori di palla orobici.
Nel solo primo tempo i rossoblù hanno costruito quattro palle gol nettissime, vanificate da un ottimo Carnesecchi (prodigiosa soprattutto la respinta sul tiro ravvicinatissimo di Zortea) ma anche dalla scarsa precisione di Piccoli e compagni, che hanno sempre mancato la stoccata decisiva a pochi metri dalla porta atalantina.
Nella ripresa per venticinque minuti si è vista la vera Atalanta
Alla Dea abulica e poco produttiva del primo tempo ha fatto da contraltare una squadra ben più imprevedibile e pimpante nella prima metà del secondo tempo. Come ha sottolineato Gasp nel dopopartita Ederson e compagni hanno occupato meglio gli spazi, e hanno iniziato a produrre il loro calcio fatto di continui interscambi delle posizioni e di inserimenti in zona gol a turno dei centrocampisti. E, proprio nel momento di maggiore pressione, hanno trovato il gol col neoentrato Zaniolo. Poi, dopo il palo di Lookman, probabilmente hanno pagato lo sforzo di martedì scorso contro il Real Madrid e nel finale di gara si sono abbassati troppo, gestendo piuttosto male diversi palloni in uscita e consentendo a un Cagliari mai domo di risalire la china e di provare un forcing finale che avrebbe meritato miglior sorte.
La vittoria naturalmente è preziosissima per Gasp e certifica la continuità – ai limiti dell’incredibile – della sua squadra in campionato. Anche se oggi per almeno un’ora è mancata la prestazione e a Bergamo devono erigere una statua a Carnesecchi, vero salvatore della patria.
Inspiegabile il mancato intervento del VAR su Kossounou
Un’ultima menzione sul presunto rigore negato al Cagliari per il braccio di Kossounou sul traversone di Deiola. Calcisticamente parlando è un penalty “brutto” da assegnare perché quasi innaturale: il difensore non può oggettivamente tagliarsi le braccia mentre interviene in scivolata. Ma, siccome oggi il regolamento dice limpidamente che questo tipo di “falli” sono da considerarsi punibili, non si spiega come il VAR non abbia richiamato Pairetto almeno all’on field review. Il problema principale è proprio la mancanza di uniformità nelle valutazioni: segno, forse, che il regolamento stesso lascia un po’ troppa libertà interpretativa.