Atalanta, Gasperini: "La continuità l'abbiamo sempre avuta. Più giochiamo e più cresciamo. Non ci poniamo limiti"
Gian Piero Gasperini, allenatore dell'Atalanta, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della gara contro lo Young Boys.
Queste le sue parole: "Il sintetico? Mi sembra migliorato come campo rispetto a tre anni fa, mi sembra nuovo, ma comunque la differenza è come giocare sulla terra o sul sintetico (nel tennis), cambia il rimbalzo, la velocità della palla, dobbiamo adattarci velocemente".
Scamacca e Retegui? "Sono due giocatori con caratteristiche diverse, a Scamacca gli chiedo più di fare il centravanti, con Mateo stiamo lavorando per cercare di farlo giocare anche un po' più defilato, non sempre centrale. È chiaro che l'infortunio di Scamacca non era preventivabile, non immaginavamo Mateo avesse un'esplosione così forte in termini di gol realizzati, però ci tengo a sottolineare che sono giocatori con caratteristiche diverse. Scamacca aveva una condizione che non avevamo mai visto, eravamo convinti che partisse molto forte, quando riusciremo a recuperarlo - anche se ci vorrà ancora un po’ di tempo - saremo sicuramente più forti".
Quattro anni fa vincevate a Liverpool: "Non ricordavo questo anniversario. Ricordavamo della partita giocata qui a Berna tre anni fa, rivedendo le formazioni ne sono rimasti un paio di loro, noi cinque o sei giocatori. Le squadre sono cambiate tantissimo, con gli eterni Toloi, Djimsiti, de Roon. Maggiore continuità? Non sono d'accordo, l’abbiamo sempre avuta anche in passato, sia nei risultati che nel giocare in Europa".
L'Atalanta dà una sensazione: più gioca, più si trova bene: "Lo abbiamo riscontrato anche noi. Da febbraio, nella passata stagione, abbiamo giocato sempre ogni tre giorni senza soste. Non abbiamo mai avuto delle difficoltà sull’essere stanchi, non è mai stato un problema. Il problema possono essere gli infortuni, nel 90% si verificano in partita e non sono prevedibili. Qualche volta che ho deciso di far saltare una gara ad un giocatore non lo ritrovavo meglio, anzi… non c’è una scienza esatta, è tutto soggettivo. Dipende dalle caratteristiche dei giocatori. Le coppe sono state un'esperienza notevole, anche nella gestione di quello che voi chiamate turnover, abbiamo fatto di sicuro delle belle esperienze".