Bologna, la chiave per la svolta è nell'attacco: la Champions passa attraverso i gol

L’avvio di stagione del nuovo Bologna di Vincenzo Italiano non è stato dei migliori. I risultati stentano ad arrivare, e a preoccupare è soprattutto la sterilità dell’attacco.

Una linea di continuità con la gestione-Thiago Motta

Le intenzioni della società, con l’ingaggio dell’ex tecnico della Fiorentina, erano quelle di tracciare un’ideale linea di continuità con la precedente gestione targata Thiago Motta. Operazione riuscita, finora, solo fino a un certo punto: il Bologna, come l’anno scorso, palleggia tanto, tiene a lungo il possesso della sfera e spesso, durante le partite, conduce il gioco. Ma in questo momento manca palesemente nella fase di finalizzazione: Castro non è Zirkzee, per quanto l’argentino abbia lasciato intravedere delle buone doti realizzative. Dallinga ancora non si è sbloccato, anche se le sue potenzialità (come mostrato ampiamente in Ligue1) non sono in discussione.

Una campagna acquisti di tutto rispetto che darà dei frutti

Tuttavia i rossoblù, pur perdendo la loro punta di diamante (appunto Zirkzee), hanno condotto una campagna acquisti importante: innesti come quelli di Pobega a centrocampo, Casale in difesa e soprattutto Iling-Junior in attacco sono destinati a dare nel tempo i loro frutti. Italiano deve trovare il bandolo della matassa negli ultimi venti metri: la sua squadra conclude poco in proporzione a quanto costruisce. E questo è ciò che hanno detto, oltre alle prime sette giornate di campionato, anche le prime due partite di Champions League: tanti applausi in casa con lo Shakhtar e ad Anfield contro il Liverpool, ma un solo punto conquistato e, soprattutto, zero gol messi a referto.

Serve un'inversione di tendenza

Per proseguire il cammino in Europa è necessaria un’immediata inversione di tendenza: al buon calcio manovrato vanno associate anche la risolutezza e la concretezza sotto porta.