Juventus, Di Gregorio: “Felice di essere in bianconero, di aver trovato il mister, lo staff e una società così. Thiago Motta pretende una determinata mentalità e…”

Juventus, Di Gregorio: “Felice di essere in bianconero, di aver trovato il mister, lo staff e una società così. Thiago Motta pretende una determinata mentalità e…”TUTTOmercatoWEB.com
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 15:40Primo Piano
di Benedetta Demichelis

Michele Di Gregorio, portiere della Juventus, ha parlato ai microfoni di Rai Sport, dal ritiro della nazionale. Ecco le sue parole riprese da Tmw: "Ho sempre detto che il gruppo portieri italiani è pazzesco, sono veramente contentissimo per questa prima convocazione, non vedo l'ora di essere d'aiuto, di mettermi a disposizione del mister e della squadra. Sono partito in C a 19 anni, ho fatto due anni in questa categoria, poi tre in B, ho vissuto anni splendidi a Monza con la promozione in A, poi è arrivata la Juventus. Qualcuno ha creduto in me più di me, direi che il mio è stato un continuo percorso di crescita, il voler dimostrare sempre di poter andare allo step successivo". 

La Juve: "Sono felice di essere alla Juventus, di aver trovato il mister, lo staff e una società così, ma adesso sono in Nazionale e voglio godermi questa settimana al massimo, perché ho desiderato tanto essere qui", sottolinea l'ex Monza. 

Il rapporto con Thiago Motta: "Il mister vuole un gruppo che lo segua, indipendentemente dall'età e noi lo seguiamo. Pretende una determinata mentalità e questo ci spinge ad andare sempre forte e a non abbassare mai l'attenzione, credo sia giusto così".

L'alternanza con Perin: "Io lavoro sempre e mi metto a disposizione dell'allenatore, poi è lui che fa le sue scelte, Mattia è un portiere di grandissime qualità, una grande persona, è giusto che anche lui trovi il suo spazio, noi ci spingiamo a vicenda giorno per giorno, per migliorarci. Sono orgoglioso dei piccoli obiettivi e dei sogni che si stanno realizzando. Sono felice di aver trovato un gruppo bellissimo sia in bianconero che in azzurro". 

Un pensiero per il mondo Inter dove è cresciuto: "Ho fatto tutto il percorso nel settore giovanile, ho trovato belle persone, mi sono stati vicini quando mi ha lasciato mio papà, li sento ancora, a livello umano sono molto legato alle persone che ho conosciuto lì". 

I rigori: "Un aspetto che ho sempre curato da quando ho iniziato, già in C si studiavano gli avversari. Si lavora sui video, poi sul campo, si cerca di capire le caratteristiche di chi calcia, poi ci si comporta di conseguenza, a volte stando immobili, altre muovendo un ginocchio o l'altro".