1970-71: Inizia il dominio dell'Ajax

Rotto il ghiaccio col Feyenoord, l’Olanda si appresta a dominare l’inizio del decennio con quella che era stata l’apripista del calcio totale, pur non ottenendo nessun riconoscimento internazionale. L’Ajax torna in Coppa dei Campioni e lo fa soffrendo più del dovuto contro gli albanesi del 17 Nentori, che gli impongono il 2-2 in casa loro, prima di cedere al ritorno. Va decisamente peggio al Feyenoord, bloccato sull’1-1 casalingo dai romeni dell’UT Arad e incapace poi di sbloccare il punteggio in trasferta. Il primo turno sembra dunque dire che l’exploit del calcio olandese non è ripetibile in tempi brevi. Anche perché le altre favorite avanzano a suon di gol. È il caso del Celtic, dell’Everton e dello Sporting Lisbona, ma anche dell’Atletico Madrid e della Stella Rossa. Sorprende invece l’eliminazione dello Spartak Mosca, rispedito a casa dal Basilea. Chiudiamo con l’Italia, rappresentata dall’incredibile Cagliari di Gigi Riva, che ha vinto a sorpresa il campionato precedendo le tre grandi storiche nell’ordine: Inter, Milan e Juventus. I sardi esordiscono sul palcoscenico europeo più prestigioso con un secco 3-0 al St.Etienne, firmato da una doppietta di Riva e dal sigillo del brasiliano Nené. Una vittoria che permette di incassare col sorriso lo 0-1 subito in Francia.
Il cammino degli uomini di Scopigno si ferma però al secondo turno contro l’Atletico Madrid. A Cagliari Riva e Gori portano sul doppio vantaggio i rossoblu, che però subiscono nella ripresa la rete che riapre i giochi di Luis Aragones, il CT della Spagna campione d’Europa nel 2004. Al ritorno pesa tantissimo l’assenza di Riva, infortunatosi gravemente contro l’Austria in maglia azzurra. Al Manzanares, l’odierno Vicente Calderon, non c’è scampo contro la tripletta di Aragones che lancia i “colchoneros” ai quarti di finale con l’etichetta di seria candidata al titolo. Insieme a loro il Celtic e la Stella Rossa, che continuano ad avanzare come schiacciasassi. Ma anche l’Ajax, che si ritrova travolgendo il Basilea. Esce invece di scena lo Sporting Lisbona, battuto due volte per 2-1 dai tedeschi dell’est del Carl Zeiss Jena. La sfida più combattuta è quella tra l’Everton e il Borussia Mönchengladbach, squadra tedesca emergente. Il doppio 1-1 non si sblocca nemmeno nei supplementari e per la prima volta una gara di Coppa dei Campioni viene decisa ai calci di rigore. La spuntano gli inglesi, grazie all’errore decisivo del difensore Lüdwig Muller.
Spettacolari i quarti di finale. La Stella Rossa ha la meglio sul Carl Zeiss rimontando il 2-3 di Jena con un netto 4-0 casalingo. L’Atletico Madrid vince 1-0 in casa sul Legia Varsavia con rete di Adelardo e sblocca subito il punteggio anche al ritorno, ma subisce la rimonta dei polacchi che per loro sfortuna si fermano al 2-1. L’Ajax affronta l’ambizioso Celtic, unica squadra ancora in corsa con una Coppa già in bacheca, e lo travolge per 3-0 con reti di Cruijff, Hulshoff e Keizer. A Glasgow Jimmy Johnstone prova a dare il là alla rimonta, ma gli scozzesi non vanno oltre l’1-0. La sorpresa maggiore arriva dall’ultimo quarto, dove l’Everton rischia la sconfitta casalinga per opera del Panathinaikos, salvo rimediare al novantesimo. Ad Atene, però, il punteggio non si sblocca dallo 0-0 e il PAO può festeggiare la prima semifinale per una squadra greca.
Non paghi, i greci compiono un’altra impresa in semifinale. Sconfitti per 4-1 a Belgrado dalla Stella Rossa, riescono a rimontare in casa grazie alla doppietta di Antoniadis (capocannoniere del torneo) e al gol decisivo di Kamaras nella ripresa. La sfida tra Atletico Madrid e Ajax, dall’altra parte del tabellone, è comunque ritenuta da buona parte degli osservatori la finale annunciata. Gli spagnoli si aggiudicano il primo round grazie alla rete di Javier Irureta, poi conosciuto come l’allenatore del SuperDepor a cavallo del 2000. Gli olandesi non si perdono d’animo e al ritorno pareggiano i conti già all’ottavo con Keizer. Ci pensano poi Suurbier e Neeskens a firmare il ritorno in finale a due anni dalla netta sconfitta contro il Milan.
La scena finale torna a svolgersi a Wembley tre anni dopo la vittoria del Manchester United. Stavolta l’interesse degli inglesi è decisamente inferiore, visto che mancano squadre di casa e che le due finaliste non hanno mai scritto il proprio nome nell’albo d’oro. L’Ajax ha comunque pagato lo scotto dell’esordio due anni prima e prende subito in mano la gara. Agli olandesi manca il talentuoso terzino sinistro Krol, ma nulla è un problema quando hai in squadra il prototipo del calciatore universale che risponde al nome di Johann Neeskens e che ne prende il posto senza battere ciglio arretrando dalla linea di centrocampo. Il risultato si sblocca dopo cinque minuti, quando il centravanti Van Dijk incorna di testa un cross dalla sinistra di Kaizer mandando il pallone nell’angolino alla sinistra del portiere. Il Panathinaikos, pur potendo contare sulla guida tecnica di Ferenc Puskas dalla panchina, nulla può contro il possesso palla degli olandesi nella ripresa, che culmina nel raddoppio a tre minuti dal termine. Invenzione strepitosa di Cruijff, che trova un corridoio impensabile sulla destra per Haan. Il mediano, che aveva sostituito ad inizio ripresa Swart, raccoglie l’assist del “Papero d’oro” e conclude di prima intenzione con un diagonale che, deviato da Vlahos, supera imparabilmente il portiere avversario. È il primo gol segnato in finale da un subentrato, ma è soprattutto il gol che consegna il titolo all’Ajax. Il progetto dell’arcigno allenatore Rinus Michels è completato: il “Calcio Totale” è sul tetto d’Europa e stavolta è quello originale.