Barcellona, stavolta nulla da rimproverare: il 2-1 del Cholo è frutto (quasi) solo del caso

Barcellona, stavolta nulla da rimproverare: il 2-1 del Cholo è frutto (quasi) solo del casoTUTTOmercatoWEB.com
© foto di Getty/Uefa/Image Sport
Ieri alle 20:03Champions Insights
di Matteo Bordiga

Questa volta i blaugrana non possono essere accusati praticamente di nulla.

Un autentico tiro al bersaglio

La sfida tra Barcellona e Atletico Madrid, ‘pesante’ come non mai in ottica classifica, è stata semplicemente un tiro al bersaglio. Un monologo dell’undici di Hansi Flick, che avrebbe meritato di vincere quantomeno con due o tre gol di scarto. E invece, per la magia e per l’intrinseca imprevedibilità del gioco del calcio, il match si è incredibilmente chiuso sul 2-1 per i Colchoneros, che si sono provvisoriamente issati in vetta alla graduatoria della Liga.

Il vero peccato mortale la formazione catalana l’aveva commesso sette giorni fa contro il Leganés, interpretando male – con scarsissima concentrazione e con poca pulizia tecnica – una gara che, a conti fatti, era importante tanto quanto il big match coi biancorossi. Ieri Pedri e compagni hanno cinto d’assedio l’Atletico Madrid dal primo al novantesimo minuto, costruendo occasioni su occasioni e infrangendosi solo sulla traversa (che ha respinto il pallonetto delizioso di Raphinha) e sulle straordinarie parate del solito, monumentale Oblak.

L'Atletico ha concesso tantissimo ai blaugrana

A poco servono le disquisizioni tattiche di chi prova ad attribuire al “Cholo” Simeone una lettura esemplare del match culminata nella vittoria giunta al 96’ grazie al lampo di Sorloth. Perché l’Atletico, contrariamente a quella che è la sua fama storica, non è stato solido a livello difensivo, non ha arginato il gioco fraseggiato e arrembante del Barça e ha concesso ai blaugrana una pletora di palle gol. Addirittura talvolta la retroguardia dei Colchoneros si è fatta sorprendere da lanci lunghi (effettuati col contagiri, si intende) a scavalcare il centrocampo che hanno liberato gli attaccanti di Flick davanti a Oblak. E l’errore clamoroso di Lewandowski, che sull’1-1 ha “ciccato” la palla del vantaggio a tre metri dal portiere ospite, ha ulteriormente indirizzato la partita.

Questione di filosofia

In tanti hanno criticato l’atteggiamento del Barcellona, che all’ultimo minuto del recupero ha incassato la rete di Sorloth a causa del suo baricentro – come al solito – altissimo, sfruttato dall’Atletico per architettare il contropiede perfetto. Ma è questione di filosofia: nei fatti, i catalani hanno provato a vincere fino al fischio finale dell’arbitro, assumendosi dei rischi calcolati che sul filo di lana, anche a causa di una serie di congiunzioni astrali avverse, hanno portato alla sconfitta. Ma stavolta l’intera prestazione dei blaugrana è da salvare e da applaudire. A partire dalla prova sontuosa di un Pedri magistrale.