Barça, ma che combini? La difesa alta di Flick si sta rivelando un suicidio: urgono immediate contromisure

Barça, ma che combini? La difesa alta di Flick si sta rivelando un suicidio: urgono immediate contromisureTUTTOmercatoWEB.com
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di Matteo Bordiga

No, così proprio non va.

Nuovo Barcellona, vecchie magagne. La formazione di Hansi Flick in appena tre partite ha gettato al vento quanto di buono aveva fin qui costruito in campionato, subendo due cocenti sconfitte (una con la Real Sociedad e l’altra interna, clamorosa, col Las Palmas) e incassando un pareggio-harakiri contro il Celta Vigo, dopo essere stata in vantaggio per 2-0.

Fino a poche settimane fa i blaugrana erano stati travolgenti

La “derrota” di ieri contro il Las Palmas, per come è maturata, ha dell’incredibile. Fino a qualche settimana fa avevamo ammirato, sia in campo nazionale che a livello europeo, un Barcellona bello da morire nelle sue verticalizzazioni improvvise, nella sua capacità di sfruttare il campo in ampiezza e di lanciare a rete i velocisti Raphinha e Lamine Yamal, frecce imprendibili e ideali assist-man del “cyborg” Lewandowsi, cannibale dell’area di rigore. Ma non solo: a una fase offensiva debordante si coniugava una fase difensiva attenta e solida, tanto che a lungo i blaugrana avevano incassato pochissime reti in una Liga che parevano destinati a comandare saldamente.

Ora riemergono i difetti tipici del "vecchio" Barcellona

E invece, nelle ultime settimane, ecco ripresentarsi quelle “tare” ataviche che tanto avevano limitato i catalani (soprattutto in Europa) nella ancor giovane era post-Messi. La difesa alta di Flick pareva funzionare (quasi) come un orologio svizzero, perché sorretta dal lavoro intenso dei centrocampisti e, più in generale, da una squadra dominante a tutto campo. E invece Cubarsí e compagni, da qualche tempo a questa parte, hanno smarrito la bussola: tutto il Barça si è allungato, e i difensori sono continuamente esposti alle ripartenze avversarie. Per il Las Palmas, in terra catalana, è stato fin troppo facile, con semplici lanci e imbucate verticali, smarcare un uomo davanti al portiere blaugrana. Più in generale, creare situazioni di uno contro uno con Iñaki Peña sta diventando un gioco da ragazzi per le squadre che incontrano l’undici di Flick, vanificando così la gran quantità di palle gol che, comunque, i vari Lamal, Raphinha e Lewandowski stanno continuando a costruire.

La forza dell'attacco è nulla senza controllo

Senza equilibrio non si va da nessuna parte. Il tecnico tedesco si trova davanti a un problema difensivo - che coinvolge i meccanismi e i movimenti di tutta la squadra oltre che del pacchetto arretrato - sostanzialmente simile a quello del City di Pep Guardiola (guarda a caso ex leader supremo catalano). Sia per gli inglesi che per i culés rivedere le posizioni degli uomini in campo in fase di non possesso - magari scegliendo, a seconda delle circostanze, di abbassare un poco il baricentro - potrebbe essere necessario per limitare le azioni da gol avversarie. Non si può pensare di vincere le partite creando sette-otto chance per segnare ma concedendo puntualmente, anche ai rivali meno accreditati, due o tre “face-to-face” col proprio portiere.

Pericolo-sorpasso da parte del Real Madrid

Urgono immediati ritocchi tattici. Altrimenti il Real Madrid, praticamente senza accorgersene, si ritroverà ben presto a scavalcare i blaugrana in vetta alla classifica della Liga. E il 4-0 di Lewa e compagni nell’ultimo, spettacolare Clásico sarà stato solo un illusorio fuoco di paglia.