Pep, per questo City ci vorrebbe... lo strizzacervelli. Inconcepibili i tre gol regalati al Feyenoord

Pep, per questo City ci vorrebbe... lo strizzacervelli. Inconcepibili i tre gol regalati al FeyenoordTUTTOmercatoWEB.com
© foto di Federico Titone/BernabeuDigital.com
Oggi alle 21:00Champions Insights
di Matteo Bordiga

Il volto segnato e graffiato di Pep Guardiola davanti ai microfoni dei giornalisti nel dopo-gara di Manchester City-Feyenoord fotografa alla perfezione il momento che stanno attraversando la formazione inglese e il suo stesso allenatore.

Fino a un mese fa il City era una macchina perfetta

Il pareggio per 3-3 di ieri, lo stesso Pep l’ha ammesso, vale come una sconfitta. E sta diventando davvero difficile capire cosa abbia minato l’equilibrio tattico e mentale di quella che, fino a un mese fa, era praticamente una macchina perfetta. L’infortunio di Rodri, è sotto gli occhi di tutti, ha contribuito a scombussolare i meccanismi e i tempi di gioco di un collettivo che, guidato dal neo Pallone d’Oro, girava come un orologio svizzero.

Inconcepibili i tre gol concessi ieri al Feyenoord

Ma non tutti i guai dei Citizens possono dipendere dall’assenza di un giocatore. Specie se si guarda al resto della rosa, composta da fior di fuoriclasse che danno del tu al pallone e sono guidati da uno dei migliori – se non il migliore – tecnici del mondo. Quello che ieri è parso chiarissimo è che i Campioni d’Inghilterra, in questo periodo, proprio non ci sono con la testa. Le tre reti che, una volta andati brillantemente in vantaggio per 3-0 (rispolverando i fasti del “vecchio” City), hanno incassato dai modesti olandesi del Feyenoord sono semplicemente inconcepibili. La retroguardia inglese si è aperta come le acque davanti a Mosè: le distanze sono saltate, il posizionamento del centrocampo e della difesa era a dir poco imbarazzante.

Questione Ederson

E a tutto questo si aggiungono gli svarioni di un portiere, Ederson, sul quale bisognerebbe iniziare a fare una seria riflessione: d’accordo che nel calcio moderno anche l’estremo difensore deve partecipare all’azione e saper impostare il gioco assieme al resto della squadra, ma il brasiliano, al netto della sua abilità nei tocchi e nei lanci, commette spesso errori tecnici (in primis nelle uscite) inaccettabili a questi livelli.

Insomma, il City avrebbe bisogno di un portiere possibilmente “più portiere” e meno “libero”.

Determinante l'aspetto psicologico

E poi c’è, come detto, l’aspetto psicologico: che derivi da un autocompiacimento legato a una presunzione di fondo o, al contrario, da un senso diffuso di insicurezza che da un po’ pervade la squadra, l’atteggiamento di ieri è intollerabile. Non si può mai staccare la spina in Champions League, né tantomeno prestare il fianco in modo scriteriato e indolente, sul 3-0, agli attacchi di un avversario che pareva già battuto.

Insomma, oltre ai principi tattici di Pep - che hanno fatto grande il City negli ultimi anni - a Grealish e compagni servirebbe forse… una seduta dallo psicologo.