La Juventus dominante in Champions League fa sognare i tifosi. Il City sarà il banco di prova definitivo
Chi ben comincia è… ben oltre che a metà dell’opera.
Il cammino della Juventus nella nuova Champions League non poteva iniziare meglio: due vittorie in due partite, una in casa e una in trasferta, con ben sei gol segnati (e tre subiti). Sia la sfida casalinga col PSV che quella esterna contro il Lipsia hanno dimostrato l’efficacia dell’impianto di gioco bianconero in Europa: se si può far leva su attaccanti di spessore, capaci di finalizzare a dovere il lavoro della squadra, e se si pratica un calcio dominante, aggressivo e di possesso in campo internazionale è più facile affermarsi.
In Europa la Juve crea le palle gol che spesso non riesce a costruire in Italia
Ciò che è emerso chiaramente dai due impegni europei della Vecchia Signora è la capacità di creare palle gol a getto continuo. Contrariamente a quello che avviene in Italia, dove i bianconeri a volte si infrangono contro difese chiuse ed ermetiche e il loro giropalla, se non sostenuto da un’adeguata velocità e imprevedibilità, diventa sterile. A Empoli, contro la Roma e contro il Napoli (ma anche nel primo tempo di Marassi col Genoa) si è notata l’assenza di un “deus ex machina” capace di saltare l’uomo e di creare sistematicamente la superiorità numerica in attacco. Col PSV e col Lipsia, invece, la forza del collettivo – contro avversari più “aperti” e disposti a giocarsi la partita a tutto campo – è stata la chiave degli exploit di Vlahovic e compagni.
Col City di Pep Guardiola la cartina di tornasole dei bianconeri
Il vero, definitivo banco di prova internazionale della Juventus sarà la sfida del prossimo 11 dicembre col Manchester City di Pep Guardiola. In quello che sarà uno scontro tra due filosofie di gioco piuttosto simili, anche se interpretate in maniera diversa (il City, a livello difensivo, concede molto di più dei bianconeri), Thiago Motta scoprirà se la sua squadra può davvero meritare un posto d’élite tra i top club del Vecchio Continente.