Buffon, l'Europa non fa sconti nemmeno al miglior portiere
Premesso che la sua carriera non è ancora finita e, a maggior ragione, essendo portiere, potrebbe ancora essere lunga, stride e non poco vedere come, a 33 anni, un fenomeno del suo ruolo come Gianluigi Buffon non abbia potuto alzare ancora la Champions League. Si consoli pensando al mondiale del 2006 vinto da assoluto protagonista, infilato solo da una sfortunata autorete e da un calcio rigore, ma quella coppa dalla grandi orecchie che manca è e resta un bel vuoto, verso il quale deve affrettarsi a colmare.
E dire che la sua carriera europea era cominciata alla grande, con la coppa Uefa vinta in quella notte di Mosca nel 1999, quando con il suo Parma superò il Marsiglia per 3-0. Gigi all’epoca aveva 21 anni ed era già considerato il miglior portiere italiano, se non del mondo. La Champions, nel frattempo, aveva avuto modo di giocarla da titolare già due anni prima. Buffon aveva acquisito i gradi di titolare già da un anno e conquistato con Carlo Ancelotti in panchina un secondo posto che valeva l’accesso per la prima volta nella storia dei ducali alla grande coppa. Il cammino non fu fortunatissimo: dopo aver eliminato ai preliminari i polacchi del Widzew Lodz, il girone riservò Borussia Dortmund, Galatasaray e Sparta Praga. Il Parma arrivò secondo, ma non bastò, perché il regolamento dell’epoca prevedeva la qualificazione solo della prima classificata più il ripescaggio di due seconde. Buffon iniziò alla grande il girone, rimanendo imbattuto per le prime tre partite. Tutto sembrava in discesa, quando a Dortmund, dopo un primo tempo a reti bianche, l’ex juventino Andreas Moller lo infilò per due volte. Il 2-2 contro lo Sparta Praga e l’1-1 col Galatasaray sancirono la fine dell’avventura. Buffon e il Parma ci riproveranno due anni più tardi ma i Rangers spezzeranno sul nascere le ambizioni già ai preliminari.
Il numero uno cercherà la gloria in Champions altrove. L’approdo alla Juventus nell’estate del 2001 per la fantascientifica cifra di 100 miliardi di lire sembrava aprirgli le porte di una lunga serie di successi europei. Alla prima stagione le premesse di un bel cammino s’infrangono al secondo girone. E’ l’anno dopo che la squadra fa sul serio. Superato in gran slancio il primo girone, i bianconeri passano sul filo di lana anche il secondo e lì entra in scena Buffon. Il portiere è protagonista col Barcellona, evitando il peggio ai suoi sia all’andata che al ritorno. A fare il resto ci pensano Nedved e Zalayeta che al Camp Nou segnano le reti che portano la Juve in semifinale. L’avversaria di turno è il Real Madrid. Al Bernabeu Buffon incassa due reti, fortunatamente il gol di Trezeguet mantiene viva la Vecchia Signora in prospettiva ritorno. E a Torino, davanti a un Delle Alpi stracolmo come non lo si era mai visto la Juve si trasforma, trita il Real dell’ex Zidane e si porta sul 2-0. La qualificazione è in pugno, ma al 65’ Montero stende in area Ronaldo e l’arbitro concede il rigore, che potrebbe valere il 2-1 che rimanderebbe tutto ai supplementari. Dal dischetto Luis Figo ha la possibilità di riaprire i giochi, Buffon si supera, intuisce il suo tiro e respinge. Una parate che vale come un gol. A mettere l’ipoteca alla finale ci penserà Pavel Nedved segnando il 3-0 e a nulla servirà il gol nel finale dell’ex Zidane. La finale all’Old Trafford di Manchester è tutta italiana col Milan. La paura e la tattica la fa da padrona, Buffon è poco impegnato ma quando lo è risponde da campione. Strepitosa la sua parata su una zuccata di testa di Filippo Inzaghi, che indirizza il pallone nell’angolino basso, ma trova la risposta del portierone, che si allunga e devia in angolo. La partita si trascina fino ai rigori. Buffon è straordinario, ferma Seedorf intuendo il suo tiro angolatissimo, poi si ripete su Kaladze, ma non basta. I suoi compagni di squadra Trezeguet, Zalayeta e Montero sbagliano i loro rigori e la coppa va al Milan.
La Coppa, Buffon, la continuerà a vederla vincere, ma mai più da così vicino e non si sa se è meglio o peggio. Il cammino bianconero s’infrange l’anno successivo agli ottavi contro il Deportivo, poi ai quarti contro Liverpool e Arsenal. Buffon è sempre incolpevole. Vittima di un attacco, quello della Juve, incapace di colpire nelle partite che contano. Arriveranno i momenti bui: Calciopoli, la retrocessione, la risalita, che portano a una lontananza dalla coppa di due anni. Buffon, che nel momento più nero della Juve potrebbe fare le valigie. Il Milan nell’estate 2006 lo ha in pugno, l’affare però non si chiude e Buffon va a farsi la cadetteria con i bianconeri, mentre il Milan andrà a vincere proprio quella Champions, vendicando la finale col Liverpool di due anni prima. Champions che Juve e Buffon rivedranno nel 2008/09, col portiere fra i protagonisti della qualificazione nel primo girone, davanti al mostro sacro Real Madrid. Memorabile la sfida del Bernabeu, con la sua porta imbattuta e con Del Piero a timbrare una storica doppietta. A spezzare tutti i sogni stavolta è il Chelsea.
L’ultima Champions risale al campionato passato. Eliminazione al primo turno, con l’onta dell’1-4 casalingo contro il Bayern. Roba da dimenticare e da riscattare al più presto possibile. Il futuro della Juve in Champions per il prossimo anno è in serio pericolo, così come la sua permanenza a Torino.