Romario: 1000 gol in carriera, zero Champions in bacheca
Se scorriamo il palmares di Romario de Souza Faria rimaniamo impressionati dal numero di trofei vinti. Tenere il conto è davvero difficile e pare incredibile credere che non sia riuscito a vincere una competizione europea. Un vero cruccio per uno dei più grandi centravanti di tutti i tempi. O Baixinho nel Vecchio Continente ha giocato con due squadre ben attrezzate per trionfare nel massimo trofeo continentale.
Il Psv Eindhoven fresco campione d’Europa si apprestava a tentare il bis. Per questo sbaragliò la concorrenza per acquistare l’attaccante brasiliano, all’epoca ventidueenne, che si era fatto conoscere al mondo trascinando la nazionale brasiliana alla finale delle Olimpiadi di Seul. L’avventura terminerà ai quarti di finale per mano del Real Madrid, la stessa squadra che verrà schiantata poi in semifinale dal Milan di Sacchi. Proprio con le merengues arrivano i primi gol europei di Romario, che segna l’1-1 definitivo all’andata e sempre l’1-1 al ritorno, portando la partita ai supplementari. Nell’extra-time Rafael Martin Vasquez porrà fine all’avventura degli olandesi. E’ curioso come la prima rete in coppa dei Campioni arrivi di testa, non certo la specialità per un giocatore alto (si fa per dire) 169 cm. La stagione successiva vede Romario protagonista della competizione: alla fine saranno 6 le sue marcature, che gli varranno il titolo di capocannoniere della Coppa dei Campioni: tre gol al Lucerna il primo turno, tre allo Steaua nel secondo turno. Proprio tre giorni prima del quarto di finale contro il Bayern, Romario si procura un grave infortunio in campionato. Il Psv contro i tedeschi uscirà, mentre per Romario non solo finisce in anticipo la stagione, ma a causa dello stesso infortunio perderà la possibilità di disputare i mondiali d’Italia ’90. Dopo un anno di pausa dalla principale competizione europea, con Romario e il Psv impegnati in Coppa della Coppe, il ritorno nella Coppa dei Campioni arriva nel 1991, ma è una parentesi da dimenticare: gli olandesi escono agli ottavi per mano dell’Anderlecht e Romario in quell’edizione disputa due partite senza andare a segno. Si rifarà la stagione successiva, diventando il capocannoniere del torneo, con 7 reti. La sua squadra si ferma al girone semifinale, ultima dietro a Milan, Goteborg e Porto. Romario si toglierà la soddisfazione di essere stato l’unico a fare gol all’imperforabile difesa del Milan nel girone.
L’avventura in Olanda del Baixinho è arrivata al capolinea, è tempo di passare in una squadra ancora più blasonata e ad accoglierlo c’è il Barcellona. In campionato fa sfracelli: 30 reti in 33 partite e titolo di capocannoniere, oltre che di campione di Spagna, al primo colpo. In Europa la porta la vede meno, appena 2 volte in dieci partite, ma il cammino del suo Barcellona è inarrestabile e Romario con Stoichkov forma la coppia d’atatcco più forte in assoluto. I blaugrana arrivano in finale senza troppi sforzi e tanto sembra forte, che sembra non esserci confronto in finale contro il Milan, per giunta privo di Costacurta e Baresi. Invece i rossoneri saranno protagonisti di un memorabile 4-0 e Romario autore di una sorprendente scena muta, annullato da Filippo Galli. E’ di fatto quella l’ultima chance per lui di vincere in Europa. Da quella notte di Atene parte la sua parabola discendente. Romario farà in tempo a giocare una parte di Coppa che ormai è stata ribattezzata Champions League, mettendo a segno 3 reti, prima di tornare in Brasile e da lì iniziare un lunghissimo pellegrinaggio che l’ha visto tornare in Spagna (Valencia), ancor Brasile, poi Qatar, Stati Uniti e persino Australia, riuscendo l’impresa di rompere il muro dei 1.000 in carriera. Nessuno, però, che sia stato decisivo portare a casa la coppa dalle grandi orecchie.