Da Vienna a Barcellona: la maledizione Champions del grande Lothar
Un certo Diego Armado Maradona l’ha definito come l’avversario più forte che abbia mai incontrato in carriera. In patria è considerato una leggenda e anche nel resto del mondo è visto come uno dei migliori calciatori in assoluto. Ha vinto quasi tutto, con club, nazionale e a livello individuale. Non la Champions. Quella gli è sempre sfuggita e per due volte proprio quando stava per essere sollevata. Il giocatore in questione è Lothar Matthaus.
Il tedesco ha disputato la coppa dalle grandi orecchie con due squadre: l’Inter e il Bayern. Con i nerazzurri, per la verità si è trattata di una breve parentesi. Matthaus arrivò nell’estate 1988 e subito trascinòla Beneamata a vincere a suon di record lo scudetto. Il titolo portò l’Inter a disputare la Coppa dei Campioni dopo nove anni e nessuno si sarebbe aspettato un epilogo così sorprendente: eliminazione al primo turno. E dire che il sorteggio accoppiò i campioni d’Italia al Malmoe, eliminato un anno prima in Coppa Uefa e avversario sulla carta abbordabile. Invece i semi-professionisti svedesi riuscirono nell’intento di vendicarsi estromettendo i nerazzurri dalla coppa, vincendo in Svezia 1-0 e pareggiando 1-1 a San Siro, con Matthaus nella doppia sfida non particolarmente brillante, come del resto tutta la squadra ancora con le gambe appesantite dalla preparazione, a differenza degli scandinavi già nel vivo della stagione.
In mezzo a questa deludente partecipazione con i meneghini Matthaus disputerà la Coppa dei Campioni col Bayern. Aprendo e chiudendo con una cocente sconfitta in finale. L’esordio, nella stagione 1986/87, lo vede arrivare fino al fondo della competizione. Con l’Austria Vienna, al secondo turno, segna il primo gol in coppa. Rete che arriva su calcio di rigore, mentre per vederlo segnare su azione bisogna aspettare il turno successivo, in primavera, contro l’Anderlecht. Dopo aver vinto l’andata in Germania 5-0, il ritorno in Belgio è una formalità. Tuttavia il Bayern non ci sta a regalare la partita agli avversari e all’88’, sul 2-1 per i biancomalva, Matthaus prende palla a centrocampo e scarta due giocatori, triangola con Wohlfart ed entrato in area scarica un diagonale che si infila sull’angolo più lontano. In semifinale contro il Real Madrid Matthaus si incarica di tirare ben due rigori, realizzandoli entrambi e contribuendo al 4-1 finale all’Olympiastadion, che vale il pass per la finale di Vienna. All’ultimo atto c’è il Porto. I bavaresi sono favoriti e passano in vantaggio con Kogl. Il risultato rimase invariato fino a 12’, fino a che, in due minuti il Porto non ribaltò tutto, prima col “tacco d’Allah” di Rabah Madjer e poi con Juary. Per il Bayern uno smacco incredibile. Matthaus vede così togliersi di mano una coppa vinta. Ma mai si sarebbe potuto aspettare che 12 anni dopo la beffa sarebbe stata più atroce.
Saltando di oltre un decennio in cui Matthaus fra Inter e Bayern ha conquistato due coppe Uefa, vinto un mondiale, un pallone d’oro e svariati campionati, si ritrova, nel 1998/99 a tentare alla veneranda età di 38 anni il trofeo europeo più prestigioso. Stavolta non è più in mezzo al campo, bensì al centro della difesa, un modo per allungarsi alla grande la carriera. I risultati sono eccellenti e quel Bayern sembra veramente poter vincere quel trofeo che manca. Nel girone iniziale mette in fila Manchester United ed estromette il Barcellona, strapazza il Kaiserslautern ai quarti ed elimina, dopo una pirotecnica doppia semifinale la Dinamo Kiev. La finale a Barcellona vede i bavaresi di fronte al Manchester United, già affrontato nel girone iniziale. Lothar Matthaus ha la fascia di capitano, sarebbe lui in caso di successo ad alzare, ventitre anni dopo Franz Beckenbauer, quella coppa. La partita si mette sul piede giusto: Mario Basler su punizione supera Schmeichel. Il Bayern gioca meglio, Matthaus neutralizza ora Yorke ora Cole, i minuti scorrono e i bavaresi sprecano più volte il raddoppio. All’80’ stremato Matthaus viene sostituito da Thorsten Fink. Al 90’ il Bayern è campione d’Europa. Nei minuti di recupero il Manchester ribalta tutto: la faccia di Matthaus al 2-1 di Solskjaer è un misto fra disperazione e incredulità. Quella coppa che sembrava il giusto coronamento a una carriera strepitosa, gli sfugge nella maniera più incredibile. Il Bayern riuscirà a porre fine alla maledizione nel 2001. Troppo tardi per Matthaus, ritiratosi da poco dopo aver giocato un anno negli Stati Uniti. Quella coppa la solleverà Stefan Effenberg.