City, che succede? Troppa leziosità in avanti e difesa che sbanda paurosamente... E in Champions occhio allo Sporting
Se non è un campanello d’allarme poco ci manca.
Scarsa solidità difensiva e troppa prevedibilità dalla metà campo in su
Il Manchester City, in questo scorcio iniziale di stagione, ha smarrito quell’aura quasi ieratica di inattaccabilità che lo aveva accompagnato – anche attraverso qualche sporadico inciampo – negli ultimi due anni. La formazione di Guardiola, nelle due partite perse contro Tottenham e Bournemouth, ha offerto la versione peggiore di sé stessa. Connotata da due difetti sostanziali: la scarsa solidità della retroguardia, bucata per vie centrali (e non solo) ripetutamente e con troppa facilità dagli attaccanti avversari, e l’evanescenza di una manovra offensiva fin troppo ricamata e cervellotica.
In casa del Bournemouth, compagine tutt’altro che irresistibile, la prima vera occasione da rete è arrivata solo nella ripresa grazie a Foden. Un controsenso per una squadra che ha sempre macinato gioco e palle-gol, sia allargando il gioco che cercando pazientemente l’imbucata per vie centrali. Ecco, è proprio sull’avverbio “pazientemente” che bisognerebbe concentrarsi. Di pazienza nel tessere la loro fitta ragnatela di passaggi, nell’ultimo periodo, i Citizens ne hanno avuta fin troppa. Tanto che il confine tra il tiki-taka “virtuoso” e la leziosità sciovinista, in più di una circostanza, è stato superato.
Nonostante Haaland raramente si ricorre ai cross
Il rischio, esasperando il palleggio, è quello di togliere verticalità e profondità all’azione e, soprattutto, di consentire alle difese rivali di posizionarsi, rendendo quasi impossibile a Bernardo Silva e compagni entrare in area per calciare in porta. E, nonostante al centro dell’attacco troneggi un gigante di nome Haaland, piuttosto che tentare qualche cross si ritorna indietro e si riattacca a fraseggiare in orizzontale. L’ostinazione nel non provare mai ad alzare la palla, ora che gli avversari cominciano a conoscere e a leggere meglio gli “uno-due” fulminei dei Citizens, sta iniziando a non pagare più come una volta. Tra l’altro, scegliendo di schierarsi con un baricentro alto l’undici di Guardiola rischia spesso di essere preso d’infilata dalle ripartenze di centrocampisti e attaccanti tecnici e veloci: esattamente quello che è successo per novanta minuti a Bournemouth.
Si tratta solo di un periodo di scarsa vena o... c'è dell'altro?
Le prossime sfide diranno se questo avvio di stagione inusualmente altalenante sia stato figlio della scarsa ispirazione di alcuni uomini del City o se abbia invece radici più profonde. In quest’ultimo caso Pep dovrà architettare qualche contromossa, a cominciare dalla gara di Champions League contro il lanciatissimo Sporting Lisbona, che pur avendo perso il proprio tecnico Amorim resta un collettivo ultra-organizzato e difficile da superare.