Inter, che esagerazione! Seppellita una Lazio tonica nel primo tempo ma annientata nella ripresa

Inter, che esagerazione! Seppellita una Lazio tonica nel primo tempo ma annientata nella ripresaTUTTOmercatoWEB.com
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Oggi alle 00:14Champions Insights
di Matteo Bordiga

Non ci poteva essere risposta migliore.

Il ko di Leverkusen aveva intaccato alcune certezze

Perché la sconfitta di Leverkusen aveva scalfito alcune certezze granitiche. Perché l’atteggiamento dei nerazzurri in Germania era stato quello sbagliato: contro il Bayer si era vista un’Inter timida, rinunciataria e disposta ad accontentarsi dello 0-0. Un peccato mortale, soprattutto quando si gioca in Europa, prontamente punito dalla rete dei tedeschi giunta proprio al novantesimo.

Buona Lazio in avvio

Con la Lazio all’Olimpico il timore dei tifosi, nella prima mezz’ora di gara, era che i meneghini fossero ancora intorpiditi e poco reattivi, esattamente come a Leverkusen. E infatti i biancocelesti, formazione brillante e dinamica che in questo periodo stava viaggiando sulle ali dell’entusiasmo, si erano fatti preferire, col loro gioco veloce palla a terra e con le rapide combinazioni tra centrocampisti e attaccanti che, più di una volta, avevano messo in difficoltà il pacchetto arretrato dell’ex Simone Inzaghi.

Ma nella ripresa è show nerazzurro

Ma la Beneamata era lì, nascosta in agguato. E pronta a mettere le mani sulla partita al primo soffio di vento che spirasse a suo favore. Così l’episodio del rigore ha sparigliato completamente le carte, e da quel momento in avanti è venuta fuori la vera Inter: dominante, imperiale, in grado di controllare il gioco e l’avversario a suo piacimento. I nerazzurri nella ripresa, dopo il 2-0 di Dimarco segnato a fine primo tempo (azione classica del 3-5-2 di Inzaghi, con l’assist da quinto a quinto e la chiusura del terzino sinistro sul secondo palo), si sono divertiti, complice una Lazio tramortita dall’uno-due (forse anche immeritato) del primo tempo e incapace anche solo di abbozzare una reazione. Così i milanesi hanno maramaldeggiato, arrivando a segnare sei gol che non contano tanto per il risultato - l’undici di Baroni aveva già psicologicamente staccato da un pezzo - quanto per la dimostrazione di forza e di (pre)potenza che rappresentano agli occhi delle altre pretendenti allo scudetto. A dimostrazione che, quando sono concentrati, “cattivi” e connessi alla partita, Lautaro Martinez e compagni sono tuttora la squadra più temibile, attrezzata e performante del nostro campionato.