Sprofondo Pep: il City ha perso la testa! Inconcepibili gli errori che hanno consegnato la vittoria allo United
Un pozzo senza fondo.
La crisi del Manchester City sembra non avere fine. Non si intravede nemmeno un barbaglio di luce nel tunnel in cui si è infilato l’undici di Guardiola da quasi due mesi a questa parte. Perché anche quando le prestazioni non sono tutto sommato così disastrose, l’esito è comunque sempre lo stesso: inesorabile sconfitta.
Contro lo United i Citizens avevano disputato un discreto primo tempo
L’1-2 interno nel derby col Manchester United è un colpo durissimo alla stessa credibilità del City in questa – finora disgraziata – stagione. Anche perché è maturato in modo inconcepibile: nel primo tempo la squadra di Pep ha messo in mostra un discreto calcio, grazie soprattutto alle accelerazioni di Foden – l’uomo più ispirato in questo periodo nerissimo – e alle combinazioni strette tra i trequartisti nella metà campo dello United. Prima del gol di Gvardiol, infatti, i Citizens avevano sfiorato la marcatura in almeno altre due-tre circostanze. Anche i Red Devils, per la verità, si erano resi pericolosi dalle parti di Ederson, ma i padroni di casa sono andati al riposo con in tasca un vantaggio sostanzialmente meritato.
Crollo verticale nella ripresa
Nella ripresa, invece, è arrivato il patatrac. Ancora una volta. E ancora una volta in seguito a due distrazioni (inaccettabili a questi livelli) della difesa dei Campioni d’Inghilterra, che nei minuti finali hanno consentito allo United prima di pareggiare il match e poi di portarsi incredibilmente a casa l’intera posta. Imperdonabile l’errore di Matheus Nunes, che con uno scellerato retropassaggio ha inavvertitamente lanciato a rete Diallo, per poi completare l’opera commettendo fallo da rigore sul giocatore ivoriano. E poi, pochi minuti dopo, è bastato un lancio lungo prevedibile e telefonato per “bucare” centralmente la retroguardia di Pep e imbeccare ancora una volta Diallo il quale, solo davanti a Ederson, non si è lasciato sfuggire la ghiotta occasione.
Pep, il problema è innanzitutto psicologico
Tutto questo a testimonianza del fatto che il City, prima di ogni altra cosa, non è mentalmente “connesso” e non riesce a restare concentrato sulla partita per tutti i novanta minuti. La sconfitta con lo United è arrivata in seguito a errori grossolani che non si vedono neanche nella nostra serie D. Guardiola, più che a recuperare gli assenti, deve puntare a ricostruire psicologicamente i giocatori che ha attualmente a disposizione. Perché troppe batoste subite una dietro l’altra intaccano anche le certezze granitiche che i campionissimi del Manchester City avevano interiorizzato in tutti questi anni di vittorie e di trofei. E – quel che è più inquietante – minano profondamente l’autostima e l’autoconsapevolezza di Haaland e compagni.