Barcellona, ma chi sei veramente? Dottor Jekyll o Mister Hyde?

Barcellona, ma chi sei veramente? Dottor Jekyll o Mister Hyde? TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Federico Titone/BernabeuDigital.com
venerdì 24 gennaio 2025, 23:55Champions Insights
di Matteo Bordiga

Un enigma difficile da decifrare.

L'undici di Flick come Giano Bifronte

Questo Barcellona deve dirci, ma forse deve prima di tutto dire a sé stesso, chi è e cosa vuole fare da grande. Parliamo infatti di una squadra in grado di rifilare nove gol in due partite al Real Madrid, di seppellire il Bayern Monaco sotto una valanga di quattro reti e in generale, quando è in giornata, di vincere in scioltezza contro qualsiasi avversario. Al contempo, è capace di perdere dal Monaco in Champions League e dal Las Palmas e dal Leganés (in casa) nella Liga spagnola. E, stando a quanto visto recentemente, di incassare quattro gol (di cui almeno due clamorosamente regalati) in un’ora di gioco contro il Benfica, per poi rovesciare un verdetto già scritto e rimontare addirittura dal 2-4 al 5-4.

I blaugrana mina vagante in Champions

Insomma, un Barcellona schizofrenico e insondabile. Il che rende l’undici di Hansi Flick una pericolosissima mina vagante in Champions League (i catalani sono infatti considerati, un gradino dietro al dirompente Liverpool, tra i favoriti per la conquista della coppa dalle grandi orecchie), ma anche una compagine che ben difficilmente riuscirà a imporsi nella Liga. In campionato la discontinuità di rendimento e, soprattutto, l’evidente inaffidabilità del reparto arretrato rappresentano degli handicap difficilmente compensabili con la prolificità esplosiva della prima linea.

Cercasi disperatamente equilibrio tra le due fasi

Se Pedri e compagni riusciranno a trovare una parvenza di equilibrio tra le due fasi, anche a costo di “abbassare” leggermente una linea difensiva collocata in pratica a ridosso del cerchio di centrocampo, allora potrebbero ridurre il numero di palle gol nitide concesse agli avversari e quindi valorizzare al massimo le grandi giocate di Raphinha, Yamal e Lewandowski. Occorre trovare le misure e le distanze giuste: quell’assetto che dia alla squadra compattezza, solidità e, allo stesso tempo, slancio e forza propulsiva.

Così com’è il Barcellona appare troppo esposto e sbilanciato. E se poi ai “buchi” in mezzo al campo si sommano le “cappellate” dei singoli come contro il Benfica, rimontare diventa difficile. Perché non sempre un 2-4 si trasforma come per magia, al 97’, in un 5-4…