Juve, non basta la Grande Bellezza (a metà): a prevalere sono il cuore e l'anima dei partenopei

Juve, non basta la Grande Bellezza (a metà): a prevalere sono il cuore e l'anima dei partenopeiTUTTOmercatoWEB.com
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sabato 25 gennaio 2025, 23:57Champions Insights
di Matteo Bordiga

Un Napoli più cattivo, più voglioso, più determinato. Che questa partita l’ha vinta, prima di tutto, con la “cazzimma”. La Juventus per quarantacinque minuti è stata bella, leggera, aggressiva. E pure concreta, perché capace di tradurre in gol una discreta supremazia territoriale e una certa brillantezza e “pulizia” tecnica nella costruzione delle azioni. Andando al riposo con un 1-0 tutt’altro che immeritato.

Ma poi… ma poi la musica è totalmente cambiata. Nella ripresa, dopo che Antonio Conte nel corso dell’intervallo con ogni probabilità aveva “ribaltato” i suoi giocatori, la trance agonistica partenopea ha travolto l’elegante palleggio e l’intraprendenza dei bianconeri. Il Napoli ha preso possesso della metà campo avversaria e, dai e dai, ha finito per rovesciare meritatamente una partita che sembrava complicata da recuperare.

Un primo tempo "deluxe" della Vecchia Signora

L’anima: è questa la parola chiave che, allo stadio Maradona, ha tracciato la linea di demarcazione tra la vittoria e la sconfitta. Spingendo gli azzurri a un’impresa che vale la bellezza di 53 punti in classifica. Eppure nel primo tempo la sensazione era quella di una superiorità fisico-atletica degli uomini di Thiago Motta, che hanno “azzannato” il match pressando alto il Napoli e mettendo in mostra una manovra veloce, spigliata e ispirata, oltre che esteticamente pregevole. Yildiz, liberato davanti a Meret, è stato fermato solo da un’autentica prodezza del portiere partenopeo, mentre Gonzalez, dopo una fuga centrale, ha sparato dal limite dell’area sfiorando il palo. Anche il Napoli si è fatto vedere dalle parti di Di Gregorio, soprattutto col siluro al volo di Politano e col colpo di testa alto di poco di Anguissa. Ma quando al tramonto della frazione Kolo Muani, il neo-bomber juventino (Vlahovic permettendo…), ha trafitto Meret un po’ tutti hanno pensato: ecco la Juve ha raccolto un premio meritato per il bel gioco fin qui espresso.

Nella ripresa il carattere del Napoli "contiano" ha travolto i bianconeri

Peccato che, dopo i quindici minuti di break, dagli spogliatoi sia uscito un Napoli assatanato, imbelvito. A immagine e somiglianza del suo tecnico. Intendiamoci, Lukaku e compagni non sono solo “garra charrua” e bava alla bocca: hanno organizzazione di gioco, cifra tecnica e compattezza di squadra. E con tutte queste armi hanno chiuso la Vecchia Signora nella sua trequarti, trovando prima il pari di Anguissa e poi il rigore del buon Romelu (che ingenuo Locatelli a entrare in scivolata su McTominay!) per il 2-1. Peraltro, dopo la rete del vantaggio il Napoli è riuscito a non rischiare praticamente nulla. Anzi, ha pure sfiorato il terzo gol.

L'anima: la chiave della vittoria azzurra

L’anima, per l’appunto. Quella che i padroni di casa hanno messo in campo quando ce n’era più bisogno. Quella che Madama ha dimostrato di avere… solo per un tempo. Ed è proprio qui che deve crescere la Juve, tanto in Italia quanto in Europa. La personalità, Thiago Motta: non c’è schema né modulo che la possa instillare.