Milan, tre punti "all'arrabbiata" e... casuali. Parma beffato nel finale, ma i rossoneri devono crescere e non poco...
Una vittoria bella, rabbiosa, ruspante, ritemprante… e casuale.
Un'autentica scarica di adrenalina
Il 3-2 col quale il Milan ha superato il Parma al fotofinish, grazie ai due gol di Reijnders e di Chukwueze segnati nei minuti di recupero, è una scarica di adrenalina in vista delle prossime, decisive partite (a cominciare dalla sfida di mercoledì a Zagabria contro la Dinamo in Champions League). Ma non può far passare in secondo piano le criticità e le lacune messe ancora una volta in evidenza dall’undici di Conceicao, per il quale i tre punti non devono rappresentare uno specchietto per le allodole. Al contrario, questa rimonta rocambolesca dovrà costituire lo sprone a migliorare – e non poco – sia nella costruzione del gioco offensivo che sul piano dell’affidabilità difensiva.
Primo tempo "molle" del Milan, Parma più insidioso
Se Milan-Parma fosse finita al 91’ sarebbe stata il perfetto replay della gara disputata all’andata, vinta dagli emiliani per 2-1 esattamente nello stesso modo in cui stavano vincendo il match di San Siro. Canovaccio tattico chiarissimo fin dai primi minuti: come da copione, Milan in cabina di regia a “costruire” la partita e Parma pronto a fiondarsi in contropiede coi suoi velocisti tecnici e brevilinei, sostenuti dal “lungagnone” neoacquisto Djuric. E la sensazione, fin dai primi minuti, è stata che gli ospiti potessero rendersi più insidiosi dei padroni di casa col loro gioco fulmineo e verticale. Sensazione confermata dal gran bel gol di Cancellieri, favorito da una goffa scivolata di Theo Hernandez, cui il Milan ha risposto con una manovra fin troppo scolastica e prevedibile, pur riuscendo a trovare il pareggio con Pulisic grazie a un episodio isolato. Tra parentesi, a dir poco scriteriato il fallo da rigore, netto, di Suzuki su Pavlovic in seguito ad azione di calcio d’angolo.
Nella ripresa un finale picaresco
Nella ripresa rossoneri sempre in avanti (indicativi i cambi decisi da Conceicao nell’intervallo, con la rinuncia “forte” a Leao e a Theo Hernandez per inserire Bennacer e Bartesaghi e dare maggiore equilibrio alla squadra, con l’avanzamento di Reijnders sulla linea dei trequartisti), ma spesso confusionari e poco incisivi. Tanto che, prima del picaresco finale, l’occasione migliore per andare sul 2-1 ce l’ha avuta il Parma con Almqvist (gran parata in uscita di Maignan). Gli emiliani pungevano sempre nello stesso modo: recuperavano palla e si lanciavano in ripartenza sempre con tre-quattro uomini. Così è giunto anche il vantaggio di Delprato a dieci minuti dalla fine, annullato dal forcing finale rossonero (più di nervi che di testa) coronato dalle reti di Reijnders (incredibile dormita del centrocampo e della retroguardia di Pecchia) e di Chukwueze al 92’ e al 94’.
Gioia e... riflessioni. Tante riflessioni
Giusto e sacrosanto festeggiare, ci mancherebbe. Ma Sergio Conceicao lo sa benissimo: i finali “incendiari” possono capitare due, massimo tre volte nell’arco di una stagione. Il suo Milan deve trovare la chiave per attaccare con efficacia le difese schierate senza esporsi in modo plateale ai ribaltamenti di fronte degli avversari. Altrimenti di strada in Champions, oltre che in campionato, ne farà ben poca.