Juve, la vittoria del pragmatismo e dell'applicazione tattica. Pep, dov'è finita l'armata celeste?

Juve, la vittoria del pragmatismo e dell'applicazione tattica. Pep, dov'è finita l'armata celeste?TUTTOmercatoWEB.com
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Ieri alle 23:39Champions Insights
di Matteo Bordiga

Nel “derby delle convalescenti” la meno depressa è la Juventus, che ha battuto un impresentabile Manchester City con una prestazione diligente e gagliarda.

Juve, sono bastate grinta, cattiveria agonistica e applicazione tattica

Sì, ai bianconeri è bastato metterci la giusta dose di grinta, determinazione e applicazione per avere ragione di una squadra che sta diventando l’ombra (ma forse nemmeno quella) di sé stessa, priva di idee e soprattutto di velocità di pensiero e di esecuzione. La Vecchia Signora ha fatto esattamente quello che doveva fare: si è difesa egregiamente, montando una marcatura spietata su Haaland (irriconoscibile e, comunque, cercato pochissimo e male dai compagni) e raddoppiando sempre sugli esterni (a proposito: monumentale la prestazione del “vecchio leader” Danilo), ovvero là dove il City provava a sviluppare la sua - sterile - manovra offensiva.

I bianconeri hanno colpito al momento giusto

E poi Yildiz e compagni sono stati efficaci nei contrattacchi: hanno saputo sfruttare gli spazi che gli inglesi gli hanno lasciato e hanno colpito chirurgicamente al momento giusto. Il gol di Vlahovic è arrivato in seguito a una mezza rovesciata di Gatti respinta da Ederson e a un errore di Gvardiol che ha praticamente restituito la sfera a Yildiz; in occasione del raddoppio di McKennie l’undici di Pep, tanto per cambiare, si è fatto trovare totalmente scoperto, ed è bastata un’imbeccata centrale per aprire il campo e dare il via all’azione del 2-0.

City improponibile e stucchevole: Pep, dov'è finita la tua corazzata?

Madama, pratica e utilitaristica, ha puntato tutto su una difesa solida e ben registrata e sullo sfruttamento delle debolezze del City, che oggigiorno sono tante. Si fa fatica a trovare, tra i Campioni di Inghilterra, un solo giocatore che abbia meritato la sufficienza. La circolazione di palla, sempre lentissima e orizzontale, quasi mai si è tradotta in un’imbucata o in un dribbling vincente. E la rinuncia sistematica a tentare il cross dalle fasce, preferendo “circumnavigare” stucchevolmente l’area di rigore con passaggi telefonati, denuncia l’eccessiva leziosità e rigidità mentale di una squadra che, se i suoi fuoriclasse sono in forma brillante, può trasformarsi in una scatola magica… Ma se il morale è sotto i tacchi e la spinta emotiva è pari a zero, i risultati di questo eterno palleggio fine a sé stesso sono sotto gli occhi di tutti. E ora attenzione: l’eliminazione dalla Champions League inizia ad essere qualcosa di più concreto di una semplice minaccia per i Citizens…