Milan e Juve: due vittorie, due storie diverse. Il Diavolo azzanna finalmente la gara fin dal primo minuto, mentre Madama resta bella ma in parte incompiuta

Milan e Juve: due vittorie, due storie diverse. Il Diavolo azzanna finalmente la gara fin dal primo minuto, mentre Madama resta bella ma in parte incompiutaTUTTOmercatoWEB.com
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Oggi alle 01:58Champions Insights
di Matteo Bordiga

Le due vittorie ottenute ieri in campionato rappresentano una grande iniezione di fiducia per Milan e Juventus in vista del prossimo impegno di Champions League, rispettivamente contro Club Brugge e Stoccarda. Ma i successi dei rossoneri e dei bianconeri sono maturati in contesti e in situazioni completamente diverse tra di loro.

Milan, obiettivo centrato: l'approccio è quello giusto

Il Milan ha compiuto il passo in avanti più importante, che i tifosi si aspettavano quasi come un atto dovuto, dopo il semi-disastro di Firenze: ha centrato in pieno l’approccio alla partita. L’Udinese, avversario mai facile da affrontare, è stata letteralmente travolta dalla prima mezz’ora di Pulisic e compagni, interpretata con veemente aggressività e con la ferocia agonistica dei tempi migliori. La squadra di Fonseca, allargando costantemente il gioco e proponendosi in avanti con continue folate avvolgenti, ha trovato ben presto il gol del vantaggio e ha creato svariate occasioni per raddoppiare. L’espulsione di Reijnders ha ovviamente cambiato l’inerzia del match, e a quel punto l’Udinese è stata forse un po’ troppo molle nell’azzannare i rossoneri, che hanno fatto appello a tutte le loro risorse fisiche e psicologiche e hanno resistito con le unghie e con i denti. La dea bendata alla fine li ha premiati, perché i due gol annullati ai friulani per due fuorigioco millimetrici gridano vendetta.

Ma anche se gli ospiti avessero pareggiato non sarebbe cambiata la sostanza: finalmente il Milan, finché è rimasto in parità numerica, ha dimostrato di voler e saper comandare il gioco fin dal primo minuto, mettendo in campo quella personalità che era mancata in molte delle recenti apparizioni. E non esiste miglior viatico in vista della sfida, già decisiva, al Club Brugge di martedì prossimo.

La Juventus conferma i suoi pregi e i suoi difetti

Discorso differente per la Juventus. I bianconeri, favoriti dalla pur sacrosanta espulsione del laziale Romagnoli nel cuore del primo tempo, hanno messo in mostra i consueti pregi e difetti. A un’ottima circolazione di palla e a una brillante fase di prima costruzione, infatti, raramente – pur se in superiorità numerica – hanno fatto riscontro lucidità e incisività in fase di finalizzazione. Sicuramente la ripresa è stata più convincente del primo tempo, ma fermo restando che i tre punti portati a casa – pur se giunti grazie a un autogol biancoceleste all’85’ – non fanno una piega, resta quella sensazione di evanescenza e di scarsa risolutezza del reparto avanzato. Un problema che la Vecchia Signora si porta dietro da diverse partite, come quelle contro Roma, Empoli, Napoli e Cagliari. Senza dimenticare il grigio primo tempo contro il Genoa a Marassi, prima che in avvio di ripresa una clamorosa ingenuità di De Winter scardinasse una gara fin lì “anestetizzata”.  

Thiago Motta, serve maggiore forza d'urto là davanti

Certo, i sei punti ottenuti da Vlahovic e compagni nelle prime due uscite di Champions League infondono sicurezza, e l’impegno casalingo con lo Stoccarda non è certo proibitivo. Ma per restare competitivi nel lungo periodo a livello internazionale occorrerà bandire fronzoli e orpelli e migliorare la forza d’urto e la concretezza della batteria offensiva.